
La didattica rappresenta i mezzi di cui ci doniamo per rendere più efficace il trasferimento dell’informazione, o ancor meglio nel nostro caso, i mezzi per amplificare l’apprendimento. La nostra didattica non vuole soffocare la personalità di ogni bambino sovrastandola con un nozionismo asfissiante che non lascia spazio alle singole interpretazioni


Per il Sistema Giocalcio, l’esercizio e il metodo che proponiamo sarà sempre secondario rispetto all’ambiente nel quale la proposta viene espletata. Riteniamo che nessun apprendimento sia raggiungibile o per lo meno facilitato ed accelerato, senza un ambiente che non sia stimolante, emotivamente gratificante ed inclusivo. La nostra missione è accendere la curiosità di ogni bambino e spingerlo ad esprimere le sue potenzialità senza paura, per potenziare ed apprendere soprattutto in maniera implicita.

Quindi, come Facilitatorio del giocalcio, noi riteniamo che il nostro primo obiettivo sia quello di non disperdere, inibendole, le competenze innate. Da li partirà il percorso di apprendimento del bambino che attraverso le successive esperienze aggiungerà competenze implicitamente al gioco.

La scelta della nostra didattica, che risponde a specifiche richieste metodologiche, va verso precisi obiettivi. Principalmente per rispondere ai cambiamenti socio culturali e di abitudini dei nostri bambini. Partire principalmente dalle competenze innate di ogni bambino, che si stavano perdendo per l’eccessivo nozionismo. Per cercare di aggiungere e non sostituire le competenze di ogni bambino. Per ricreare un ambiente dove sia possibile ricostruire i valori positivi del gioco di strada per stimolare coraggio, fantasia e creatività. In definitiva per sviluppare un bambino scegliente, che sia libero di scegliere una soluzione secondo una sua interpretazione della situazione e non da una risposta preconfezionata fornitagli dall’esterno

Tanti sono i contenuti da dover trasferire ai nostri piccoli allievi, alcuni per i quali è indispensabile e sufficiente creare ambienti dove fare esperienze che stimolino il loro sviluppo, altri, in particolare le abilità per le quali risulta essenziale pensare ad un percorso di apprendimento. Le abilità e le capacità che compaiono negli obiettivi della nostra programmazione, sono: LIFE SKILLS, CONDOTTE MOTORIE, CAPACITA’ COORDINATIVE, TECNICA DI BASE, TECNICA APPLICATA O TATTICA INDIVIDUALE, OBIETTIVI TATTICI E DI GIOCO COLLETTIVO.

Prima di pensare ad una proposta è indispensabile sapere a chi la rivolgeremo per limitare l’errore di scegliere un compito poco idoneo per le competenze esistenti nel gruppo. È importante inoltre non considerare le competenze dall’anagrafica, perché all’interno di un gruppo della stessa età compaiono differenze rilevanti. Quindi osservare attentamente i livelli di sviluppo di ogni individuo facendo ricorsoanche all’età biologica più indicativa delle esigenze e dello stato di ciascuno. Nell’osservazione possiamo avvalerci di semplici test tecnici e motori che ci daranno una indicazione di massima sullo stato biologico di ogni bambino

Se durante gli allenamenti vogliamo creare condizioni più vicine alle condizioni di gara anche rispetto agli spazi a disposizione, dobbiamo prendere coscienza di quanto hanno a disposizione i ragazzi che giocano a 9 a 7 e a 5. In questo studio partendo dal campo a 11, abbiamo messo in relazione la superficie di campo che ogni giocatore ha a disposizione nelle sue condizioni di gara. Stringendo o allargando questi spazi possiamo andare ad agire sulla complessità del gioco ed adeguarlo all’obiettivo perseguito o al livello di competenza dei partecipanti. Inoltre, correlandolo con l’altezza media dei partecipanti, partendo sempre dal calcio a 11, abbiamo visto quale superficie è proporzionale allo spazio a disposizione degli adulti che giocano a 11, e ci siamo accorti che con le vigenti normative, il calcio a 9 e a 7 si gioca su uno spazio leggermente più grandi, mentre il calcio a 5 dispone di uno spazio troppo piccolo in relazione all’altezza media dei partecipanti

Da sempre il nostro metodo di apprendimento è il metodo Globale Analitico Globale. Siamo voluti partire dall’apprendimento del bambino e ci siamo accorti che tanti autori fanno riferimento alle fasi di apprendimento ognuno stilando una propria classificazione che va da 3 a 5 fasi. Tra le tante opportunità fornite, abbiamo scelto di far riferimento alle fasi di apprendimento indicate da Bernstein e Kurt Meinel che suddividono l’apprendimento in 3 fasi, tutte concatenate l’una all’altra e che recitano: fase 1 presa coscienza del problema e prima reazione che si esplicita in una risposta che presenta una coordinazione approssimativa e una prima strutturazione ideomotoria. Fase 2 si raggiunge la stabilizzazione della risposta e la coordinazione fine. Nella fase 3, viene resa variabile la competenza acquisita. Quindi nello specifico, possiamo prendere coscienza del problema e dare una risposta solo se siamo inseriti completamente nella situazione in cui il problema realmente si presenta. Quindi sviluppiamo la fase 1 attraverso un momento Globale o induttivo. Quando nella fase 2 dobbiamo stabilizzare l’acquisizione e perfezionare la coordinazione abbiamo bisogno di ripetere più volte il compiti in una realtà destrutturata dove i disturbi sono inferiori e ci affidiamo ad una proposta Analitica deduttiva. Infine trovandoci in uno sport Open Skills, abbiamo bisogno che la competenza acquisita sia a nostra disposizione in ogni variazione di ambiente e nei tempi e nei posti adeguati. Quindi inseriamo nuovamente il bambino in una situazione globale per la 3° fase

Ribadendo che il nostro mezzo ideale per l’apprendimento dei bambini è di gran lunga la gara, il Giocalcio si avvale di altri mezzi di allenamento che abbiamo voluto decodificare per renderle interpretabile al linguaggio comune di uno staff. Fondamentalmente i nostri mezzi si dividono in esercizi che cambiano il loro nome rispetto al numero dei palloni e dei giocatori coinvolti; gli esercizi sono i mezzi maggiormente usati nel momento dell’attivazione e Analitico. Poi abbiamo i Giochi Situazionali che già dal loro nome si deduce che sono mezzi ai quali ricorriamo in modo particolare durante le nostre proposte Globali ed infine le transizioni utilizzabili in maniera particolare nell’attivazione sia per scopi motorii-coordinativi che tecnici

I nostri 2 percorsi formativi, induttivo e deduttivo, sono quelli più acclarati nel mondo pedagogico, prendendo inconsiderazione anche altri elementi, tracciamo il profilo di un momento globale ed analitico che nel nostro caso diventa anche adattato.In un momento Globale, induttivo, l’ambiente che accoglie il bambino è un ambiente più o meno instabile per le sue continue modificazioni, dovute dalla presenza di avversari e movimenti non vincolati; in queste occasioni9 l’istruttore è più vicino alla figura del facilitatore, perché dopo aver creato preventivamente l’ambiente pieno di problemi e stimoli a risolverli, il suo ruolo è quello di osservare l’interpretazione di ogni allievo, stimolandolo ed incoraggiandolo con la voce e acquisendo informazioni utili per il momento analitico successivo. In questo contesto il bambino potrà prendere coscienza del problema e tentare delle soluzioni personali nate dalla libera interpretazione; questa fase oltre a dare il la alle fasi dell’apprendimento, permette di liberare le competenze innate proprie di ogni individuo e far nascere risposte non massive e dirette dall’alto. Nel momento analitico, deduttivo, invece, il bambino è inserito in una realtà piuttosto stabile per l’assenza di avversari, un ambiente che permette la ripetizione del compito assegnato e la presenza dell’istruttore che dirige e corregge. Nel nostro sistema il momento analitico diventa anche adattato, ad indicare che anche in questo caso prima di dare descrizioni ortodosse se ci troviamo in un compito tecnico, permettiamo al bambino di adattare questa gestualità alle sue caratteristiche, senza definirgli a priori un modello biomeccanico di riferimento. Un momento Analitico oltre a rispondere a precise esigenze delle fasi dell’apprendimento, può risultare utile in ragazzi molto in difficoltà per fargli provare dei compiti in condizione molto facilitata; scoprire di riuscire a gestire alcune situazioni prima irraggiungibili, li gratifica, li ricarica di nuova autostima e li prepara emotivamente alla fase successiva che li attende


Un esempio classico su cosa intendiamo per analitico adattato, una situazione molto destrutturata dove ai bambini si indica l’obiettivo, fare gol e poi si lascia sempre la possibilità di scelta, nella situazione analitica classica, gli esecutori non hanno scelte e più che il compito gli si richiede il gesto.

La nostra didattica deve rispondere all’acromio M.I.A.I. dove M sta per Metodo, di cui abbiamogià detto e dell’importanza dell’alternanza e della precedenza sempre al Glocale. La prima I. sta per Intensità della proposta che più che alta deve essere giusta per il gruppo che trattiamo tendendo sempre all’eccesso e non al difetto, e soprattutto deve prevedere pochissimi tempi morti che tolgono tempo di esperienza li dove il tempo è già molto poco. A come Adeguatezza e cioè che preveda confronti equilibrati dove i contendenti hanno le stesse possibilità di partenza di vincere o perdere il confronto e nella misura giusta alle competenze del gruppo. I. per Impegno che dobbiamo stimolare al massimo delle possibilità personali di ciascuno e disciplinato, per evitare che non si formino fonti di disturbo al percorso di apprendimento

Quindi Globale con un istruttore, più facilitatore che osserva e accompagna l’apprendimento motivando e richiedendo l’impegno attraverso i suoi interventi in un ambiento pieno di variabili e l’esecutore messo nelle condizioni di poter sperimentare interpretazioni personali che stimolino creatività fantasia ed espressione delle competenze innate. Nel 1° globale agevoliamo le prime 3 fasi dell’apprendimento 1) Presa di coscienza del problema 2) Strutturazione ideomotoria 3) Coordinazione approssimativa. Nell’ultimo Globale sviluppo l’ultima fase dell’apprendimento essenziale in uno sport Open Skills, la disponibilità dell’acquisizione raggiunta

Nel momento Analitico Adattato, ci prefissiamo l’obiettivo di accrescere la confidenza con il compito in questione, senza fissare l’ortodossia, in un ambiente piuttosto stabile con pochi o nessun avversario, un istruttore presente e piuttosto descrittivo e un esecutore che può concentrarsi su pochi elementi e ripetere più volte lo stesso compito. Un momento Analitico oltre a sviluppare le 2 fasi dell’apprendimento 4) Coordinazione fine e 5) stabilizzazione del movimento, può agire sulla sfera emotiva facendo accrescere l’autostima dei bambini inizialmente più indietro che in questa situazione destrutturata e più semplice possono riuscire nel compito assegnato e prepararsi emotivamente al momento successivo

Per adempiere ai principi della nostra didattica, evitando le selezioni e quindi tutelare la sfera emotiva, noi adottiamo il Sistema Aperto nella suddivisione dei bambini prevedendo la costituzione di gruppi squadra eterogenei e classi di allenamento omogenee

In linea generale noi consigliamo per Esordienti e Pulcini 2 classi allenamento e un gruppo squadra, per le altre categorie tutte classi allenamento, fermo restando che in tutte e due le occasioni l’attivazione va fatta fare tutti insieme. Logicamente, secondo le diverse esigenze, questi rapporti tra classi allenamento e gruppi squadra, possono variare, dipendendo anche da che tipo di percorso si voglia intraprendere e su quanto si crede opportuno incidere sull’organizzazione di squadra

Questa è una classica organizzazione di una generica unità didattica, dove compaiono 4 momenti, compresa l’attivazione e dove si stimola l’analisi finale da fare a fine allenamento sulle sensazioni che ci hanno lasciato le proposte fatte

Il tempo da dedicare ad ogni momento della seduta di allenamento, cambia al cambiare dell’età dei bambini in questione. Il momento analitico è un momento dove compare una notevole componente cognitiva e poca componente ludica, per questo motivo nei più piccoli i tempi di applicazione si abbassano a favore di maggior esperienza nei momenti globali, che risultano più motivanti nei bambini più piccoli

Un esempio di unità didattica che parte dagli obiettivi da perseguire e che rispetto a questi stila una serie di proposte che rispondono ai requisiti dei diversi momenti della seduta di allenamento. Nell’unità didattica compaiono anche i tempi di applicazione, il gruppo e gli istruttori impegnat



Partendo dagli obiettivi di un mesociclo, stiliamo una serie di unità didattiche, puntando l’attenzione su come cambiano i tempi ti applicazione e i contenuti in ogni fascia di età. Anche in questo caso gli obiettivi indicati in sede programmatica, dopo un’attenta osservazione potranno andare incontro ad adattamenti e variazioni legate alle giuste esigenze del gruppo dei bambini affidati

Per predisporre un bambino nelle giuste condizioni emotive, che alimentino la motivazione a fare esperienze, abbiamo bisogno di raggiungere risultati che gratifichino l’esperienza di ogni bambino. Per riuscire a fare questo, dopo aver indicato l’obiettivo da raggiungere, metteremo in campo delle facilitazioni che agevolino il raggiungimento dell’obiettivo stesso

Sempre alla ricerca di trovare ambienti e contesti che allontanino la presenza di risposte preconfezionate ed adulti con un approccio descrittivo, abbiamo ideato una nuova proposta di gara per i più piccoli, che anche in questo caso non vuole sostituire la classica gara ma essere completare ad essa aumentando gli spunti di esperienza. La gara con il metodo Giocalcio, sono partite indicate per i bambini dell’attività di base, dove le squadre vengono composte mischiando i giocatori delle 2 squadre che si devono affrontare, dando vita a 2 squadre completamente nuove, non identificabili ad un preciso allenatore e rallentando così la morsa degli adulti presenti

A volte la gestione dei bambini risulta caotica, un caos che aumenta i tempi morti e riduce i tempi di esperienza. Questa semplice progressione didattica che crea un ambiente senza soluzione di continuità e progressivamente sempre più complesso più aiutare ad accelerare la gestione dei bambini

Nel tempo siamo diventati sempre più bravi a costruire proposte didattiche idonee alle esigenze dei bambini, sempre più bravi a scegliere cosa trasmettere, ma a volte trascurando la sfera emotiva non ci interessiamo di come trasferire le competenze, e quindi gli ambienti diventano poco motivanti e gratificanti per il bambino. Quindi prima di ogni didattica e metodo, concentriamoci sull’ambiente che dovrà accoglierlo